Oh my job!

Una delle preoccupazioni più forti che noi care leavers abbiamo, quando la maggiore età si avvicina, è quella di trovare un modo per mantenerci una volta fuori dal sistema di accoglienza. Una delle prime cose che pensiamo di dover ottenere per poter vivere in autonomia è, ovviamente, un lavoro che ci garantisca almeno quel minimo che occorre per vivere. A 18 anni, però, la maggior parte dei ragazzi italiani sono ancora tra i banchi delle scuole superiori, precisamente in quarta, se il loro percorso non ha avuto intoppi. Come fare? Proviamo in questa sezione a raccogliere qualche idea o consiglio che speriamo possa esserti di aiuto.

Foto di aymane jdidi da Pixabay

FORMAZIONE E LAVORO ↔ LAVORO E FORMAZIONE

Come abbiamo avuto modo di vedere nella sezione “Formazione” di questa guida, tra formazione e lavoro esiste un legame strettissimo. Come si fa, infatti, a trovare un lavoro, senza nemmeno aver conseguito il diploma? Va bene, non è impossibile, ma a 16, 17 o 18 anni, i lavoretti (babysitteraggio, consegna pizze…) che si possono trovare permettono al limite di tirare su due soldi, ma nulla di più. Per poter andare a vivere in autonomia a 18 anni ci vuole ben altro, che difficilmente si può avere in così giovane età.
Per questo, il nostro primo consiglio è quello di cercare in ogni modo di portare a termine gli studi, prendendo almeno il diploma di scuola superiore. Per fare questo, occorre cercare di capire a quali sostegni economici puoi accedere in base alla tua condizione economica. Per esempio, puoi provare a cercare sul sito della tua Regione se sono previste borse di studio per studenti delle superiori, oppure puoi recarti in un CAF (Centro di Assistenza Fiscale) per capire se hai i requisiti per accedere al Reddito di Cittadinanza e farti aiutare a fare domanda.
Nel caso in cui tu decidessi di provare a continuare a studiare fino alla maturità, trovare un lavoro estivo potrebbe essere un buon compromesso per guadagnare qualcosa, senza distrarti durante l’anno dal tuo impegno scolastico. Le possibilità di lavoro stagionale riguardano diversi ambiti, come per esempio quello del turismo, dell’agricoltura, della ristorazione e dell’animazione.
Considera inoltre che, in base al contratto che hai stipulato in estate, dopo aver finito la stagione potresti avere la possibilità di richiedere e recepire l’indennità di disoccupazione. Rivolgiti sempre a un CAF per farti aiutare a capire se puoi accedere a questa opportunità, o se ce ne sono altre. Alcune, infatti, vengono messe a disposizione direttamente dall’amministrazione del territorio nel quale ti trovi.

 

TRA FORMAZIONE E LAVORO

Una terza via che si colloca tra la formazione e il lavoro è quella dei tirocini formativi, attraverso i quali potresti cominciare ad inserirti in aziende ed enti che, magari, poi, potrebbero anche assumerti alla fine dell’esperienza. Tieni conto che non tutti i tirocini, però, sono pagati, o che comunque tendenzialmente l’indennità di tirocinio non è così alta da potersi mantenere solo con quella. In ogni caso, il tirocinio può essere una buona occasione per incominciare, per arricchire il proprio curriculum e, soprattutto, per capire cosa ti piace e non ti piace fare, cosa non trascurabile!
Consulta questa guida per capire meglio come intraprendere un percorso di tirocinio, ma ricordati anche che ogni territorio offre opportunità diverse, e quindi, ancora una volta, è fondamentale che tu sia proattivo nella ricerca di ciò che ti interessa, tenendo sempre conto la possibilità di farti aiutare.

 

TRA FORMAZIONE, LAVORO E VOLONTARIATO

Un’altra opzione che si può considerare è quella del Servizio Civile Universale, che, al pari dei tirocini formativi, prevede per i suoi volontari un rimborso spese mensile, in questo caso fissato intorno ai 440€, a fronte di un impegno di almeno 25 ore a settimana. Si tratta, anche in questo caso, di una scelta che non permette a chi la compie di potersi mantenere in tutto e per tutto, senza prevedere altre entrate, ma che può essere interessante in quanto orientata alla formazione dei suoi partecipanti e il loro inserimento in contesti professionali, attraverso l’accompagnamento di un tutor dedicato, per un periodo tale (8-12 mesi) da rendere l’esperienza significativa e, magari, foriera di nuove occasioni lavorative.
L’attività svolta in Servizio Civile non determina l’instaurazione di un rapporto di lavoro – motivo per cui si configura come un ibrido tra questo e il volontariato –, per cui non comporta la sospensione e la cancellazione dalle liste di collocamento o dalle liste di mobilità.

 

ALTRE COSE DA SAPERE
  • Garanzia Giovani⇒ Garanzia Giovani è un’iniziativa europea nata dalla necessità di fronteggiare le difficoltà di inserimento lavorativo e la disoccupazione giovanile. Si rivolge a giovani NEET tra i 15 e i 29 anni e offre loro la possibilità di costruire un progetto personalizzato sulla base dei propri bisogni, che preveda un percorso di lavoro, il proseguimento degli studi, un apprendistato o un tirocinio, ovvero occasioni orientate all’inserimento nel mondo lavorativo.

  • Legge 68/99: care leavers tra le categorie protette ⇒ L'art. 67-bis del Decreto Rilancio (decreto legge 34/2020) ha inserito i care leavers fra i soggetti beneficiari delle assunzioni obbligatorie della Legge 68/1999 da parte delle aziende. Questo significa che anche i care leavers che al compimento della maggiore età vivono fuori dalla famiglia di origine base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria hanno la possibilità di iscriversi, se disoccupati, alle liste del Collocamento mirato. Si tratta di una misura finalizzata a facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro, dato che le imprese pubbliche e private con più di 50 dipendenti hanno l'obbligo di assumere lavoratori appartenenti a tali categorie.

  • Centri per l’impiego ⇒ I centri per l’impiego sono strutture pubbliche presenti su tutto il territorio italiano, alle quali è possibile rivolgersi per farsi aiutare a trovare un lavoro. I centri per l’impiego, infatti, hanno il compito di favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro e di promuovere interventi di politica attiva del lavoro. Svolgono inoltre attività amministrative, come l'iscrizione alle liste di mobilità e agli elenchi delle categorie protette, le cessazioni dei rapporti di lavoro e il rilascio del certificato di disoccupazione.